17 ottobre 2024

IL CICLISMO TRENTINO SALUTA IL SUO CAMPIONE

Oggi a Povo  abbiamo capito cosa significava Silvano Janes per il mondo del ciclismo, degli amici, dei parenti, della famiglia.

Difficilmente in una assemblea i partecipanti si conoscono quasi tutti fra di loro ma oggi in chiesa c’erano centinaia di esistenze ognuno con una storia che si intrecciava in qualche modo nelle esistenze degli altri per merito della passione per il ciclismo.

Tutte queste vite avevano percorso un pezzo di strada corto o lungo insieme a Silvano, non solo  pedalando sopra una bici:  ascoltando le sue battute pungenti, le sue risate eclatanti, i suoi consigli, la sua spensieratezza e allegria contagiosa.

Forse era giusto così … non poteva  essere che con un effetto a sorpresa …  al proprio destino nessuno sfugge …. Silvano se ne è andato nel suo stile….

Da oggi ci dovremo accontentare del suo ricordo e dei bei momenti spensierati di cui gli siamo grati.

Alla fine della celebrazione è risuonata la sua canzone preferita che era anche il suo inno: l’inno alla libertà.

 

IO VAGABONDO 

Io un giorno crescerò
E nel cielo della vita volerò
Ma un bimbo che ne sa
Sempre azzurra non può essere l'età

Poi una notte di settembre mi svegliai
Il vento sulla pelle
Sul mio corpo il chiarore delle stelle
Chissà dov'era casa mia
E quel bambino che giocava in un cortile

Sì, la strada è ancora là
Un deserto mi sembrava la città
Ma un bimbo che ne sa
Sempre azzurra non può essere l'età

Poi una notte di settembre me ne andai
Il fuoco di un camino
Non è caldo come il sole del mattino
Chissà dov'era casa mia
E quel bambino che giocava in un cortile

Io, vagabondo che son io
Vagabondo che non sono altro
Soldi in tasca non ne ho
Ma lassù mi è rimasto Dio

Vagabondo che non sono altro
Soldi in tasca non ne ho
Ma lassù mi è rimasto Dio

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