°°°°° IL TRENTINOTOUR 2011 LETTO FRA LE RIGHE


°°° tutto quello che i cronisti non hanno voluto o potuto dire.


°°° Nel downloads in fondo pagina "cercando pichler" la splendida sequenza di marco oss. Bertolini cerca pichler dopo la foratura. CORRADINI (e qualcun' altro) FA DA SCORTA A MIKI TUMLER. (A IMMAGINE APERTA, cliccaci sopra per ingrandirla).

 

 

Se vai al link photogallery Il quarto a scendere, clicca  poi  su TRENTINOTOUR. Trovi più di 200 immagini divise per tappa.   Le foto sono di CARMEN BUFFA, MARCO OSS e MATTIA FONTANARI

 

 

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http://www.ossmarco.it/trentinotour_2011.htm 

 

TRENTO, 25 AGOSTO 2011.  Dal 2012 abbuoni per i vincitori di tappa, è l’idea maturata dopo le “volatine” che ci ha proposto quest’ultima edizione del TRENTINOTOUR. C’è comunque da chiarire che l’anomalo  sprint dell’ultima tappa non è stato poi così scandaloso.  La  volata iniziata troppo presto manda TUMLER in confusione preoccupato per quei “soli” 2 secondi di vantaggio. Molto meglio dividersi gli allori che non dover fare i conti con un crampo imminente e magari rimetterci il giro. Le angosce deve averle provate anche ROBERTO CUNICO lungo le due salite delle tappe finali, terreno più favorevole al giovane scalatore targato PVB; poco risoluto però nello sferrare l’affondo decisivo. Gli abbuoni dunque dovrebbero indurre i concorrenti a dei finali con sfide più genuine e sanguigne.

Dal TRENTINOTOUR è uscito dolorante BRUNO PICHLER, un po’ per la caduta ma anche perché in occasione del suo incidente, ha si cambiato la bici con un DAVIDE TAMANINI, ma poi non si è trovato a fianco nemmeno un compagno di squadra che lo potesse supportare  nell’azione di rientro, facilitata fortunatamente dalla collaborazione di OSCAR BERTOLINI e ANDREA TONIATTI che con la Società sportiva di PICHLER non avevano niente da che spartire. Mi chiedo se non sia più gratificante aiutare un compagno di colori,  potenziale vincitore del giro,  che non curarsi del proprio stupidissimo orticello che per bene che vada può portare  un 50/60 posto. Misteri di un ciclismo da rivedere che rinnega i principi più elementari per essere squadra. Il Team di FONTANARI (in parte) ha in ogni caso supplito abbondantemente alle mancanze della tappa “TESINA” nella successiva frazione conclusiva che ha visto il sacrificio estremo di CORRADO CORRADINI, KARLHAINZ  MALFERTHAINER e pochi altri, letteralmente immolati per mantenere nella pancia del gruppo uno sprovveduto MIKI TUMLER vincitore della classifica finale. TRENTINOTOUR di grandi sacrifici ma anche di grandi tradimenti come quello perpetrato da un novello “bianco gialloblu" che invitato a collaborare a un fondamentale ricongiungimento nella tappa d’esordio, ha risposto  a chiare lettere “no”. Questo succede quando cicloamatori della seconda o terza schiera, si montano la testa, si preoccupano a sproposito dei rimborsi spese e pensano di essere chissà quali campioni (senza mai aver vinto una corsa). Pare anche, ma il condizionale è d’obbligo, (si fa per dire)  che in casa PVB ci sia stata anche un’alleanza trasversale “carbonara” mai dichiarata.  Molto più squadra se ci riferiamo alle strategie di gara, il BREN TEAM che facilitato a dover supportare una sola punta, ha fatto quadrato  intorno a WERNER WEISS.

Sta di fatto che i due protagonisti del TRENTINOTOUR edizione 2011 non godessero in gruppo di grande simpatie, le alleanze trasversali trovate in corso d'opera  da CUNICO nel corso della frazione iniziale  erano più frutto di personali convenienze che non parto di una strategia. Da punto interrogativo, la condotta del corridore vicentino che non è riuscito nelle due tappe conclusive a imbastire un’azione che sia una per staccare l’avversario in pianura dove TUMLER anziché pedalare “rema”. Molto più abile nel gestire il buono pasto o nella sboccatura impropria dello spumante per i festeggiamenti che non spettava a lui ma al vincitore della seconda fascia.

Tutta da interpretare l’esternazione di D. S. il quale riteneva  che il  circuito di TEZZE/GRIGNO, quasi totalmente chiuso al traffico con più di quaranta addetti alla sorveglianza (e “barrierati” anche i pollai),  non fosse sufficientemente sicuro, tanto da minacciare gli addetti ai lavori di denuncia per la “presunta” pericolosità. Ma tant’è che la gratitudine non è roba di questo mondo e che lo sforzo profuso dagli organizzatori meritava forse una segnalazione formulata in maniera diversa. 

La PVB si aggiudica 3 maglie su quattro e cinque primi posti di categoria su sette, un en plain senza precedenti per la gioia immensa di tutto il suo enturages che è grato a tutti i propri tesserati,  ma per essere anche "squadra" (lasciati a parte quelli impegnati nelle classifiche) ci vorrebbe qualche cosa di più. O no !?!?

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